09.10.2013
Praticare sport fin da bambini assicura un adeguato sviluppo delle ossa e dei muscoli, regola il metabolismo e favorisce la socializzazione. Ma quali sono gli sport giusti? E a che età bisogna cominciare?
"Praticare sport in età pediatrica presenta tanti aspetti positivi: assicura un adeguato sviluppo dell’apparato scheletrico e muscolare, regola il metabolismo, favorisce la socializzazione e, se praticato nel modo corretto, è un’attività molto piacevole e divertente per i bambini e per i ragazzi".
Una vita troppo sedentaria "Sin da piccoli i bambini conducono una vita sedentaria, trascorrono tante ore a letto, poi vanno all’asilo o a scuola – il più delle volte in macchina o con i mezzi pubblici – dove restano per sette-otto ore, se non di più. Tornati a casa, fanno i compiti, guardano la tv e poi si cena. Insomma, per tutta la giornata praticamente non si muovono mai".
Bimbi a rischio sovrappeso Quali sono i rischi di tanta sedentarietà? "Innanzitutto il soprappeso, se poi alla sedentarietà si associa anche un’alimentazione non corretta (davanti alla tv è facile eccedere in merendine e fuori pasto non proprio ‘light’), si aggiunge il rischio che, andando avanti con gli anni, aumentino i valori di colesterolo e si innalzi la pressione arteriosa, predisponendo in età adulta a problemi cardiovascolari".
Un bagaglio prezioso "Fare sport sin da piccoli permette di acquisire un bagaglio di esperienze motorie che sarà prezioso per tutta la vita. Un bambino che ha fatto sport, infatti, da grande sarà molto più avvantaggiato rispetto a chi non ha mai praticato attività fisica, perché ha strutturato una muscolatura migliore e ha ‘sperimentato’ e formato il proprio corpo in un’età in cui si sviluppano le cosiddette capacità coordinative, come l’equilibrio e l’orientamento, e le capacità condizionali, ossia la forza, la resistenza e la velocità. Il risultato? Se anche interromperà per alcuni anni la pratica sportiva, il suo corpo conserverà memoria dei benefici acquisiti da piccolo e quando, da adulto, vorrà riprendere a fare sport o vorrà intraprende uno sport nuovo, avrà già le basi giuste per ripartire alla grande".
Innanzitutto, un gioco "Lo sport per il bambino deve essere un gioco e niente più. I genitori non devono riversare su di lui i loro desideri e non devono pretendere che primeggi sui compagni. Devono essere contenti di lui se è bravo, ma anche se non riesce benissimo. Anzi, in questo caso è bene parlare con il proprio figlio per capire se gli insuccessi gli procurano frustrazione, in modo da sostenerlo e incoraggiarlo. Lo sport può essere un’ottima occasione di socializzazione anche tra le famiglie: cercare di organizzarsi per accompagnare e andare a prendere a turno i bambini può essere più comodo (i genitori non rischiano di trasformarsi in tassisti a tempo pieno!) e dà vita a nuove amicizie, per i bambini e non solo!"
Gli sport giusti Di solito i genitori cominciano a far praticare sport ai propri figli intorno ai tre-sei anni. Quali sono le discipline migliori? "All’inizio è meglio optare per un’attività il più possibile generica, come per esempio il nuoto o la ginnastica in modo da favorire uno sviluppo armonico di tutto il fisico. Sono controindicate le attività troppo specifiche, come il calcio o il tennis, perché il bambino non ha ancora acquisito né destrezza né sviluppo fisico adeguati. E’ anche vero però che in questa fascia d’età non c’è molta differenza tra i vari sport, perché in tutti i casi l’approccio è ludico e non si entra nello specifico della disciplina sportiva. Fino ai sei anni infatti non si può parlare di sport vero e proprio, ma più di esperienza del proprio corpo, in un’età in cui l’individuo è assai ricettivo ad imparare cose nuove. Dopo i sei anni si assiste a un progressivo sviluppo sia del fisico che della capacità di coordinazione dei movimenti, che consente l’approccio a nuove discipline sportive, come per esempio il basket. Regola di base tuttavia deve continuare ad essere la stessa: l’attività deve consentire lo sviluppo armonico di tutto il corpo".
Quante volte alla settimana Con quale frequenza fare sport? "Indicativamente due-tre volte alla settimana. Se però a scuola i bambini fanno già un’attività fisica condotta seriamente (non solo corsa), la frequenza di un’attività extrascolastica potrà essere anche inferiore".
Controindicazioni, mai "Lo sport non è mai controindicato e chiunque può beneficiare dell’attività sportiva, anche se soffre di patologie particolari. L’importante è chiedere sempre consiglio al pediatra, ed eventualmente allo specialista, che saprà indicare l’attività più adatta caso per caso. Chi è affetto da cardiopatie ad esempio può trarre molto vantaggio da un’attività motoria riabilitativa, ed anche per gli asmatici l’attività fisica può essere di grande giovamento. Insomma, mai vietare lo sport, ma affidarsi in mani competenti".
L’istruttore: una figura importante A qualunque età si incominci a fare sport, la figura dell’istruttore è un punto di riferimento importante per il bambino. "Fino ai sei anni il piccolo atleta non ha bisogno di un semplice insegnante, che impartisca delle nozioni tecniche, ma di una sorta di ‘baby-sitter tecnico’ che sappia entrare in empatia con lui, sappia ascoltarlo e riesca a farsi ascoltare. Ma anche dopo i sei anni, l’istruttore continua a ricoprire un ruolo determinante: a lui spetta il compito di motivare il suo allievo, sostenerlo durante l’allenamento, ma anche interrompere, se è il caso, la lezione per fermarsi a parlare con lui e capire quali difficoltà si possono nascondere dietro eventuali insuccessi. In questo modo si instaura una relazione che va al di là del semplice rapporto tecnico-utente e che alla fine dà i risultati migliori, perché il ragazzo va a fare sport con più piacere e un po’ per volta riesce a tirar fuori il meglio di sé. Non solo: se si stabilisce un rapporto di fiducia diventa anche più facile far affrontare all’allievo i sacrifici che l’allenamento e l’apprendimento del gesto tecnico comportano".
 Staff comunicazione A.C.S.D. Antares 1988 Ruvo di Puglia.
|